"Sono trascorsi venticinque anni dalla stesura di queste composizioni. Ora esse sono defunte veramente. Adesso soltanto posso consegnarle ai lettori perché sono parole morte di un autore anch'esso scomparso tanto tempo fa da rendermelo, oggi, ad un tempo, familiare ed estraneo, irriconoscibile ed intimo. Penso che adesso, soltanto adesso, queste parole possono anelare a un'altra vita, seppur larvale, di una vita che fu, ed ora è compiutamente defunta. Anche lo stile con il quale sono state cementate queste parole è uno stile defunto. Oggi non riuscirei a scrivere così neanche sotto tortura". Sono parole di Giorgio Linguaglossa. Possiamo definire "Blumenbilder" (opera scritta tra il 1988 e il 1990) una colonna sonora, una Sinfonia del Tramonto dove strumenti ritmici, a percussione, e violini estenuati producono effetti timbrici stradanti ed ammalianti; un énchantement, un lungo tripudio ed epicedio del Tramonto, tematizzazione di un movimento di danza, di un valzer, in onda sonora, in costellazione metaforica e fantasmagorica. Un concetto di poesia inteso come finzione, recitazione e danza apotropaica dove gli attori intrecciano movimenti algidi e sensuosi, pronunciano parole sibilline e luttuose... Prefazione di Andrej Silkin.
TITOLO IN CATALOGO Verifica disponibilitàCianfax amava Crazy e Crazy amava Cianfax. In due erano di troppo. L'uno non sapeva dell'altra nulla di più di quanto non sapesse di sé e l'altra non sapeva dell'altro nulla di più di quanto non sapesse di sé: ovvero, un bel nulla. Così, un bel giorno, Cianfax la vide, in mezzo ai suoi capelli ricci, spettinati e disordinati come la sua esistenza, senza capo né coda, senza inizio né fine, senza finalità, senza progettualità e senza caos. Cianfax la vide e l'abbracciò perché vide in lei il proprio io riflesso. Cianfax amava se stesso e la propria esistenza disordinata e, nel suo progetto esistenziale, credeva fermamente che le grandi costruzioni erano quelle che facciamo per gabbare il nulla...
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